Turandot.com fiaba futuribile
libretto, musica e regia del suono di RAFFAELE SARGENTI
prima esecuzione assoluta, commissione Festival delle Nazioni
Tony Contartese regia, scene e costumi
Mario Cecchetti direttore
Chiara Franceschelli soprano
Veronica Marinelli soprano
Tommaso Costarelli tenore
Diego Savini baritono
Ensemble da camera di Città di Castello
Damiano Babbini violino
Francesco Bagnasco violino
Ermanno Vallini violoncello
Luca Marzetti contrabbasso
Andrea Biagini flauto
Margherita Sanchini clarinetto
Laura Mancini percussioni
Simone Nocchi pianoforte
Raffaele Sargenti elettronica
Mailis Põld Maestro collaboratore
Coro di voci bianche dell’Associazione Octava Aurea e dell’Istituto comprensivo statale Alberto Burri di Trestina
produzione Festival delle Nazioni in collaborazione con Scuola comunale di musica Giacomo Puccini e Istituto comprensivo statale Alberto Burri di Trestina
La principessa cinese di ghiaccio, Turandot, musicata da Giacomo Puccini, si immerge nel mondo tecnologico-digitale della nostra contemporaneità. È questo, in sostanza, il concetto alla base della ‘fiaba futuribile’ Turandot.com, una nuova produzione del Festival delle Nazioni realizzata in collaborazione con il sistema didattico musicale del territorio. Obiettivo del progetto artistico è proprio quello di riflettere, attraverso il linguaggio della musica e del teatro, sulle insidie della realtà ‘online’ in cui la generazione di ragazzi oggi è immersa e da cui è costantemente attratta e manipolata; e d’altro canto di promuovere un uso creativo e positivamente relazionale del web, contro quello passivo, acritico e anaffettivo, che può portare, anche nei più giovani, al problema della dipendenza.
«In Turandot.com convivono musica lirica ed elettronica, canto spianato e speculazione frequenziale, melodia e codice binario, tradizione e futuro – ha dichiarato il compositore perugino Raffaele Sargenti, autore di libretto e musica –. Mi sono divertito a immaginare in platea l’intera comunità del web, costituita magari da semplici curiosi, appassionati dei più disparati generi musicali, strenui melomani o giovani gamer completamente a digiuno di opera. Ho cercato di utilizzare le convenzioni operistiche se e quando servivano a valorizzare il nucleo tematico, giocando a rincorrere affinità linguistiche e timbriche tra ambiti musicali diversi, favorendo la commistione senza preconcetti, come forse solo col teatro musicale si può fare».